È al Medioevo che risalgono le origini della Tenuta, quando i monaci benedettini ridettero vita al terreno dopo un lungo abbandono, facendo rifiorire la vite.
La viticoltura nell’Oltrepò Pavese è infatti antichissima e i primi documenti scritti risalgono a Plinio e a Strabone che nel 40 a.C., passando con una legione romana, scrisse “vino buono, popolo ospitale e botti in legno molto grandi”.
Ma qual è la storia vitivinicola dell’Oltrepò Pavese? Sono stati probabilmente i Barbari a chiamare così le terre che essi incontrarono dopo aver attraversato il fiume Po, scendendo dal nord. Abitato dai Liguri e dai Galli Insubri, l’Oltrepò passa sotto la dominazione romana dopo la famosa battaglia
di Clastidium (l’attuale Casteggio) avvenuta nel 222 a.C.
Con i Romani il territorio ha un forte sviluppo, grazie anche alla costruzione delle principali vie di comunicazione. A quell’epoca, come risulta dalle cronache di Plinio Il Vecchio, la viticoltura si praticava con successo e, come racconta Columella, si bevevano buoni vini. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, furono i Barbari a occupare queste terre.
In epoca medievale, si avvicendarono sul territorio famose famiglie nobiliari e clericali. Furono i Malaspina, i Visconti, i Beccaria, i Dal Verme, gli Sforza che ebbero il controllo del territorio e firmarono la storia dell’Oltrepò lasciando traccia del loro antico potere anche nelle torri, nei castelli, nelle chiese e nei bellissimi palazzi che si possono ammirare oggi nelle città e nei borghi pavesi.
L’Oltrepò è stata nei secoli una terra molto contesa. Attraverso i trattati di pace passò nelle mani delle grandi potenze del tempo: Francia, Spagna, poi l’Austria che, sotto il regno di Maria Luisa, cedette l’Oltrepò alla corona di Sardegna con il trattato di Worms (1743).
I primi studi sull’ampelografia e i censimenti catastali effettuati alla fine del ‘700 testimoniano l’alta vocazione enologica del territorio e la grande diffusione della viticoltura. Agli inizi dell’800, dopo un breve ritorno ai Francesi sotto Napoleone, l’Oltrepò era ancora parte del regno di Sardegna ed è proprio in questo periodo che i viticoltori piemontesi iniziarono la coltivazione del vitigno Pinot Nero nelle terre ad est delle zone storiche Langhe, Asti, Monferrato. E’ solo dal 1860 che l’Oltrepo diventò territorio lombardo.
In questa terra conosciuta anche con il nome di “Vecchio Piemonte”, alla fine dell’Ottocento ebbe inizio la produzione spumantistica italiana, grazie alle uve Pinot Nero, un vitigno di eccellenza particolarmente adatto ad essere vinificato in bianco e dare poi origine a nobili
spumanti prodotti con il metodo classico.
L’azienda vitivinicola è di proprietà della Famiglia Zonin dal 1987 che avendo compreso il Valore di questo territorio ha espanso la superfice vitata dai 30 ettari iniziali ai 104 attuali (di cui 84 vitati). In questa fase di ampliamento, è stata privilegiata la grande ricchezza di varietà autoctone nobili come la sorprendente Croatina e la Barbera, che qui raggiungono eccezionali standard qualitativi. Ma il Re indiscusso della tenuta e vitigno principe dell’Oltrepò, è il Pinot Nero, che qui, da oltre due secoli, esprime tutta la sua classe e personalità. Infatti, attualmente circa il 75% del Pinot Nero coltivato in Italia è localizzato nell’Oltrepò Pavese.